Nella maggior parte delle case, quando si vede una bella tavola apparecchiata, spicca quasi sempre nel mezzo il collo slanciato di una bottiglia di vino, o magari di una brocca di terracotta che ne contiene una generosa litrata; se è vero che ci sono anche tantissime persone che non sono abituate a berlo, bisogna riconoscere che in buona parte dei casi il vino innaffia il cibo degli esseri umani.
E’ una bevanda alcolica ricavata dalla fermentazione dell’uva o del mosto, ed a sua volta può addirittura generarne un’altra distillando il prodotto della sua fermentazione, il brandy, bevanda che si ottiene lasciando invecchiare per anni il liquido ottenuto dalla distillazione del vino in botti di legno. Anche alcuni tipi di vino si lasciano invecchiare in botti di legno; sarà certamente capitato di sentir dire ‘questo è un vino barricato’, ebbene, per chi non lo sapesse, questo termine deriva dal francese barrique, che è la botte in legno (molto usato il rovere) più piccola utilizzata per ‘affinare’ il vino, in altre parole per farlo maturare più velocemente.
Cenni di storia
Non si sa con certezza quando l’uomo abbia assaggiato per la prima volta il vino, le notizie che circolano sono tante, e tra esse si nasconde quasi certamente qualche informazione incorretta; sarebbero apparsi dei reperti fossili di tralci di vite risalenti a circa 2 milioni di anni fa, poi ci sono altre testimonianze dell’esistenza della vitis vinifera, un tipo di uva autoctona che cresce in modo spontaneo, collocabili temporalmente a circa 300.000 anni fa.
A prescindere da ciò, sembra che i primi fortunati a degustare il sapore del vino siano stati gli uomini vissuti nel neolitico, ovvero l’età della pietra, e c’è una curiosità a riguardo; sembra proprio che il vino fu scoperto per caso, grazie al penetrante odore causato dalla fermentazione naturale dell’uva che gli uomini di quei tempi riponevano in grosse botti di legno. Le prime tracce di coltivazione della vite risalgono invece al IV millennio a.C., in una zona della Turchia sulle rive del Mar Caspio.
Le infinite classificazioni del vino
Il mondo del vino è sconfinato, esistono varie tipologie di uva, diversi tipi di lavorazione alla quale essa viene sottoposta, diversi sistemi di conservazione, ed in molti casi tutto ciò è strettamente collegato alle tradizioni del posto in cui esso viene prodotto, quasi certamente tramandate da varie generazioni. E’ così ampio il mondo della classificazione dei vini che va certamente oltre la nostra immaginazione, tanti sono gli aspetti da prendere in considerazione.
Innanzitutto si suole suddividere i vini per provenienza, nazione o regione che sia, poi si passa alla catalogazione per vitigno, ovvero la qualità di vite utilizzata per la sua produzione (ad esempio Merlot, Cabernet-Sauvignon e Pinot noir tra i rossi, e Riesling, Chardonnay e Muscat per quanto riguarda i bianchi), poi ancora per tipologia (fermo, frizzante, novello, passito, spumante….), ma anche la sua annata è molto importante, perché non tutte sono uguali, tutto è strettamente collegato al clima, alle piogge, alla fertilità del terreno.
Il vino fa male?
C’è un vecchio detto italiano che dice ‘il troppo storpia’, che in altre parole significa che non bisogna mai esagerare; è proprio questo il motto da tenere in considerazione quando si beve un po’ di vino, bisogna farlo con oculatezza e moderazione se si vogliono cogliere i suoi lati positivi, altrimenti se si esagera si rischia di ottenere l’effetto contrario e doverne soffrire anche le conseguenze.
Al massimo un paio di bicchieri di vino durante un pasto, e si è certi che non si sta commettendo nessun ‘oltraggio alla salute’, anzi tutt’altro. Dobbiamo però anche citarne un altro di detto popolare che riguarda il vino, e cioè ‘il vino fa buon sangue’, espressione che trova fondamenta di verità nelle affermazioni di parecchi epidemiologi, i quali sostengono a piè fermo che un consumo moderato di vino può portare ad una diminuzione di eventuali problemi cardiovascolari, tesi avvalorata dai dati statistici che riguardano la Francia, paese in cui c’è un altissimo consumo di vino ed una bassissima percentuale di persone con problemi di coronopatia.